Orticaria papulosa: cosa c’è da sapere?

Sempre di più nel periodo estivo i bimbi vengono portati all’attenzione del medico per il riscontro di pustole diffuse.
In termini medici vengono definite ‘papule eritematose’ e sono spesso centrate da una piccola vescicola o da una crosticina oppure escoriate; generalmente sono molto pruriginose, a volte numerose e diffuse.
La presenza delle papule può durare da una a due settimane, ma spesso vi sono delle eruzioni subentranti che prolungano il disturbo per mesi.
Il piccolo tende a grattarsi aggravando i sintomi e portando a possibile ulcerazione infiammatoria ed impetigine (cioè infiammazione e sovrainfezione batterica delle lesioni).
Abbiamo parlato di questo argomento con la Dottoressa Paola Sartirana medico specialista in Pediatria dello studio Pediatrico “4pedia3” di Alessandria.
Il quadro di “orticaria papulosa” ha un aspetto molto caratteristico e l’origine si attribuisce a parassiti. Si tratta di una reazione pruriginosa e di ipersensibilità alle punture di insetti di vario tipo: zanzare, pulci di cani e gatti e meno frequentemente acari di piccoli animali (uccelli e piccoli roditori) con cui i bambini possono entrare a contatto, anche solo durante una giornata allo zoo.
Questa condizione può durare a lungo preoccupando i genitori e disturbando il bambino con il prurito.
Insieme alla dermatite atopica ed alla scabbia è tra le più frequenti cause di prurito importante nel bambino.
In seguito a punture di insetto é caratteristico il riaccendersi improvviso e diffuso di lesioni in via di guarigione. Questo sconcerta i genitori che tendono ad attribuire la causa delle papule pruriginose ad allergie alimentari o a patologie infettive.
L’orticaria papulosa non è comune nei primi anni di vita quando il bambino non ho ancora avuto modo di sensibilizzarsi alle punture di insetti , ma si fa tipicamente più evidente a partire dal terzo/quarto anno di vita per poi attenuarsi dopo i sette/otto anni per un meccanismo di desensibilizzazione naturale.
Non sempre la causa scatenate la risposta immune è rappresentata dalla puntura di zanzara. Spesso anche pulci o acari degli animali da compagnia (o che comunque vivono nello stesso ambiente dove bambino svolge la sua attività di gioco) possono essere la causa di un quadro clinico altrettanto eclatante e persistente.
Cosa fare quindi di fronte a questa problematica?
Una delle maggiori difficoltà nel trattamento di questa patologia è proprio quello di convincere i genitori che tutti i sintomi del bambino derivano da una ipersensibilità alla puntura di insetto: infatti, al di là del riscontro facilmente individuabile delle punture di zanzara nella stagione estiva, è possibile che l’evidenza della responsabilità gli altri parassiti non sia così immediata.
Le pulci dei cani e dei gatti infatti abbandonano l’ospite subito dopo il pasto ed inoltre possono sopravvivere anche per qualche tempo lontano dagli animali con cui bambini giocano ed infestare quindi la casa, il giardino, il cortile della scuola, la casa di parenti o amichetti…
Non è quindi sempre facile né immediatamente comprensibile per i genitori pensare ai parassiti degli animali domestici come causa scatenante delle lesioni cutanee.
La prevenzione ed il controllo dell’ambiente costituiscono la base del trattamento di questa patologia anche se spesso le semplici misure di buon senso vengono dimenticate o considerate poco importanti dai genitori (soprattutto se non convinti della origine del orticaria papulosa).
Per quanto riguarda la puntura di zanzara nei limiti del possibile dovrebbe essere evitata la permanenza nelle zone rischio e se il bambino rimane all’aperto anche dopo l’ora del tramonto dovrebbe essere protetto con repellente idoneo applicato sulle parti scoperte.
Nella camera da letto si può usare un insetticida idoneo con l’accortezza di areare l’ambiente prima di soggiornarvi; l’uso delle zanzariere alle finestre o sopra il letto è utile e consigliabile.
Più difficile è mettere in atto una efficace prevenzione dalle punture di pulci e degli altri acari parassiti; oltre al trattamento degli animali con insetticidi dovranno essere disinfestati in maniera completa ed estensiva con lavaggio e uso di aspirapolvere i tappeti i divani i materassi… ecc. dove le larve e le uova possono essere presenti.
Per la terapia sintomatica delle punture, solo la applicazione di una crema steroidea potente anche due volte al giorno per alcuni giorni è in grado di ridurre la sintomatologia.
Di scarsa utilità sono gli antistaminici locali; gli antistaminici per via generale possono ridurre il prurito e sono anche utili per ridurre l’entità della risposta immune (riaccensioni delle vecchie lesioni in seguito a una nuova puntura).
L’applicazione di ghiaccio o di una soluzione di ammoniaca subito dopo una puntura ne riducono le conseguenze immediate (prurito, bruciore, pomfo).
La possibilità di una sovra infezione secondaria, soprattutto se prevalgono lesioni escoriate, deve essere tenuta presente e controllata, a discrezione del pediatra, con terapia antibiotica locale o, per lesioni estese, con terapia antibiotica sistemica.