INTOSSICAZIONE DA MONOSSIDO DI CARBONIO

Spesso viene chiamato semplicemente “monossido” o “CO”. E’ un gas inodore, incolore, infiammabile che si sprigiona quando un processo di combustione avviene in un ambiente chiuso in carenza di ossigeno.
Tradotto nella vita di tutti i giorni, se si hanno in casa una stufa a gas o a legna, un camino, un boiler, un forno o un piano cottura a gas mal funzionanti, la concentrazione di questo gas letale può diventare molto alta quasi senza accorgersene.
E’ definito SILENT KILLER proprio perché, a differenza di altri gas, è assolutamente inodore e i primi sintomi di intossicazione quali cefalea, nausea, malessere generalizzato e debolezza muscolare sono molto aspecifici. Sono infatti facilmente confondibili con i sintomi dell’influenza e, soprattutto se l’intossicazione avviene nella notte, il rischio di “scivolare” dal sonno alla morte senza percepire alcun disturbo è altissimo.
MAI accendere bracieri o grigliare in casa a finestre chiuse! Ad alcuni potrà sembrare banale o scontato o addirittura ridicolo, ma purtroppo, durante la stagione più fredda e in casi di povertà e degrado sociale,si sono già verificate tragedie simili.
Per scongiurare incidenti mortali la prevenzione è FONDAMENTALE: mantenere pulita e funzionante la canna fumaria di stufe e camini e far revisionare regolarmente gli impianti a gas di caldaie e cucine è una nostra importantissima responsabilità!
Ma anche un impianto perfetto può per qualche motivo guastarsi imprevedibilmente, ecco perché l’unico modo per rilevare precocemente la presenza di questo gas, anche a basse concentrazioni, è POSSEDERE UN RILEVATORE DI CO e posizionarlo nell’ambiente più a rischio della casa.

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Perché il monossido è così pericoloso? Con che meccanismo porta alla morte?
Il monossido (CO) ha una caratteristica terribilmente pericolosa: si lega con l’emoglobina contenuta nei nostri globuli rossi con un’affinità 250 volte maggiore rispetto all’ossigeno (O2).
Ciò significa che, se si respira in un ambiente contaminato da CO, il nostro sangue gradualmente smetterà di caricare ossigeno a livello polmonare per trasportarlo e rilasciarlo a tutti i tessuti del corpo perché progressivamente tutta l’emoglobina preferirà legare il CO rispetto all’O2.
Essendo il monossido altamente affine all’emoglobina, una volta legato, non si distacca più!
In presenza di CO tutti i tessuti soffrono la mancanza di ossigeno e si va incontro a quella che in termine tecnico si chiama “ANOSSIA TISSUTALE”: tutti gli organi sono ben irrorati dal sangue che però non porterà più l’ossigeno di cui necessitano per il regolare metabolismo cellulare.
Il saturimetro (diventato suo malgrado famosissimo in tempi di COVID) in questi casi è assolutamente fuorviante, perché se viene applicato a un soggetto con intossicazione anche grave da monossido,rileverà valori di saturazione normale, spesso fra il 98 e il 100%. Questo perché il CO assorbe la luce alle stesse frequenze dell’O2, quindi il valore che rileva il saturimetro è la saturazione globale dell’emoglobina (sia quella legata a CO sia quella legata a O2!!).
Più la concentrazione del gas CO nell’aria è alta e minore è il tempo necessario per raggiungere concentrazioni mortali nel sangue: livelli fra 50 e 1000 ppm (parti per milione) sono letali se l’esposizione è di ore, mentre livelli maggiori di 1500 ppm sono letali in meno di un’ora!
L’unica terapia efficace per salvare da morte certa un soggetto esposto a CO è toglierlo il prima possibile dall’ambiente contaminato e somministrargli ossigeno puro alla più alta concentrazione possibile, in modo che tutta l’aria che respira sia sostanzialmente satura esclusivamente di ossigeno. Per velocizzare il distacco del CO dall’emoglobina, nei casi in cui le concentrazioni di carbossiemoglobina (cioè emoglobina legata a monossido) siano pericolosamente alte, si sottopone il soggetto ad ossigenoterapia iperbarica a livelli tra 2,5 e 3 atmosfere assolute: prima si inizia la terapia e più si abbatte la possibilità di danni neurologici e cardiaci permanenti.